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IL VALORE DEL DIALOGO COL TERRITORIO PER LA TUTELA DEI FRONTALIERI E LO SVILUPPO DELLE ECONOMIE LOCALI

di Giulia Panebianco

Il recente incontro informativo per i lavoratori frontalieri, svoltosi lo scorso 10 febbraio a Vedano Olona e presenziato da alcuni rappresentanti dell’associazione svizzera Convit, apre un tema di discussione molto attuale ovvero il regime di tassazione per i frontalieri Italia-Svizzera e le relative tutele fiscali e pensionistiche.

È di recente approvazione un nuovo accordo tra i due Paesi che regola gli aspetti legati alle imposte sul reddito e sul patrimonio, in particolare nei Comuni di confine. La nuova riforma verrà applicata a partire dal 1° gennaio 2024 a soli neo-frontalieri e non a chi lo è già; questi ultimi, infatti, manterranno a vita la tassazione del reddito esclusivo in Svizzera fino alla pensione anche se dovessero cambiare posto di lavoro o beneficiare di periodi di disoccupazione. Al contrario per i nuovi assunti finirà il regime di tassazione esclusiva nel Paese in cui viene svolta l’attività lavorativa.

La Confederazione elvetica potrà, quindi, trattenere fino all’80% delle imposte sui redditi dei nuovi frontalieri, che saranno a loro volta tassati dallo Stato di residenza secondo le rispettive aliquote. Tuttavia, a costoro verrà riconosciuto un credito d’imposta – ossia una detrazione di quanto già pagato in Svizzera – per evitare la doppia imposizione. Non solo, nel disegno di legge è stata anche accolta la richiesta di creare una NASPI (quota mensile per la disoccupazione) “speciale” per tutti gli occupati di frontiera che dovessero perdere il lavoro, con importi più alti rispetto alla normale indennità di disoccupazione.

La deliberazione segna un momento storico nei rapporti tra il nostro Paese, la Svizzera e le migliaia di lavoratori impiegati nei comuni di confine, che saranno parte di un vero e proprio esperimento di federalismo fiscale incentrato sul territorio: la grande innovazione di questo accordo, di fatto, starà nell’aver previsto di far rimanere l’extragettito derivato, istituendo un fondo per lo sviluppo socioeconomico e infrastrutturale locale. Un’altra importante decisione riguarderà i fondi che arriveranno ai comuni, i quali potranno essere utilizzati anche per finanziare la spesa corrente e non soltanto gli investimenti.

I servizi informativi sul territorio: la chiave di volta per la tutela dei frontalieri e delle economie di confine

Decisioni di questa entità sono l’ennesima dimostrazione di come il dialogo col territorio e l’ascolto delle specificità locali siano fondamentali per conoscere le economie dei territori di confine e di chi vi opera, dando risposta alle loro esigenze. Il costante aumento dei lavoratori italiani che, dalle province lombarde e piemontesi, intraprendono un impiego nei comuni di frontiera mette ancor più in rilievo l’importanza di assicurar loro diritti e garanzie non soltanto sul fronte fiscale ma anche, ad esempio, su quello previdenziale.

Carlo D’Ambrosio – Assessore al bilancio, al commercio e alle attività produttive del Comune di Vedano Olona – e tutta l’Amministrazione da anni si distinguono per aver mostrato una particolare sensibilità all’assistenza verso questa categoria di lavoratori, che solo nel comune di Vendano sono circa 300. È dunque fondamentale, secondo l’Assessore D’Ambrosio, impegnarsi in momenti informativi e soprattutto essere presenti sul territorio per assicurare un servizio di consulenza costante, gestito da professionisti, a supporto dei frontalieri locali che desiderano indicazioni a tutela della propria vita lavorativa oltre-confine.